Microstyle – manuale di sopravvivenza alla scrittura in 140 caratteri

novembre 30, 2011 § 2 commenti

Il sottotitolo del libro “Microstyle” recita “the art of writing little” e direi che si spiega da solo, in 5 parole. Non è un manuale di stile o di copywriting, è un saggio-guida scritto da un linguista, Christopher Johnson, che ha lavorato a lungo in Lexicon Branding, un’agenzia che ha tirato fuori nomi come Blackberry, Pentium, Swiffer e Febreze.

Il libro non si rivolge solo ai professionisti della scrittura ma a chiunque, nell’affollato mondo del personal branding, dei blog e di Twitter, voglia farsi ascoltare. In fretta, perché i messaggi in giro sono tanti e l’attenzione è poca. Nella quarta di copertina Seth Godin (un nome una garanzia) scrive “sei un microstylish? Nell’universo da 14o caratteri in cui abitiamo, è meglio che tu lo sia“.

Piccolo difetto di Microstyle: non è stato tradotto (non ancora perlomeno, in italiano). Lo sto leggendo, dunque, in inglese, con Word Reference a portata di mano, specialmente per capire i miliardi di esempi di cui, giustamente, l’autore si serve per spiegare i concetti.

Per scrivere un micro-messaggio, che sia il nome di un’azienda o un tweet, Johsnon analizza le categorie del significato, del suono, della struttura e del contesto sociale.

Non ho nessuna voglia di fare, qui, un riassunto di tutti i capitoli del libro, però man mano che un qualche argomento mi colpirà particolarmente,  prometto che scriverò un piccolo post con le “illuminazioni” ricevute dal libro.

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